Il caffè incontra le arti figurative
Il caffè incontra le arti figurative, e lo fa prevalentemente in Europa, a partire dalla seconda metà del Settecento con il suo ingresso nelle abitudini gastronomiche dei popoli occidentali. Il dipinto più antico sul tema del caffè è Piatto di cedri, cesto di arance e tazza con rosa del 1633, del pittore Francisco De Zurbaran, un capolavoro del genere natura morta, caratterizzato da un sapiente gioco di chiaroscuri e, per l’appunto, della presenza della famosa tazzina. È di pochi anni successivo La Famiglia Martelli di Giovan Battista Benigni, raffigurante una famiglia di nobili durante il rito del caffè. Nell’Ottocento la presenza del caffè nell’arte si fa sempre più preponderante; figura infatti in ben due opere del genio precursore dell’impressionismo francese Edouard Manet: Colazione nello studio, dipinto che raffigura un fine pasto con, sullo sfondo, una domestica che sorregge una imponente caffettiera, e Chez Père Lathuille, illustrazione di una coppia intenta a prendere un caffè in uno chalet di Parigi. Anche Paul Cézanne ha scelto di introdurre il caffè in una delle sue opere, Donna con Caffettiera, raffigurante la sua vera governante accanto a tazzina, cucchiaino e caffettiera. Nonostante molti altri artisti abbiano scelto il caffè come tema dei propri dipinti, soltanto uno si è guadagnato il soprannome di “pittore del caffè”: Antonio Ferrigno. Nato a Maiori, iniziò molto presto a studiare pittura al fianco di grandi nomi come Giacomo de Chirico e Domenico Morelli. Nel 1893 si trasferì in Brasile, a San Paolo, dove iniziò a dipingere esclusivamente scene inerenti alla coltivazione ed alla lavorazione del caffè, conoscendo un successo inaspettato che raggiunse presto livelli internazionali.